I Chinchorro e le mummie più antiche del mondo.

di Davide Baroni

ARCHEOMITO – La civiltà Chinchorro fu una delle prime culture a svilupparsi nel moderno Cile e nel Perù, una civiltà di pescatori che visse lungo le coste del deserto di Atacama tra il 7000 e il 1500 a.C., da Ilo, a nord, fino ad Antofagasta a sud, stabilendo il proprio centro nell’odierna città di Arica. Questa antica civiltà è conosciuta principalmente per la sua pratica della mummificazione, la prima forma documentata al mondo. I Chinchorro vivevano in una regione caratterizzata da un clima desertico arido, e per sostentarsi dipendevano dalla pesca, dalla caccia e dalla raccolta di risorse marine. Erano noti per la l’abilità nella lavorazione dei materiali e producevano una vasta gamma di manufatti, tra cui utensili di pietra, strumenti per la pesca e per la caccia, e oggetti ornamentali e decorativi. La loro arte rifletteva spesso la vita quotidiana, con rappresentazioni di figure umane, animali e scene di caccia e pesca. Nonostante il loro sviluppo culturale avanzato, la civiltà Chinchorro alla fine scomparve, lasciando dietro di sé solo la testimonianza delle mummie e dei manufatti. Le ragioni esatte della loro scomparsa rimangono oscure e soggette a speculazioni, con ipotesi che vanno dalla pressione ambientale ai cambiamenti climatici o a conflitti con altre culture della regione.

La Mummificazione.
La mummificazione dei Chinchorro è la prima forme documentata al mondo e precedette di millenni le più famose mummie dell’antico Egitto. A differenza delle mummie egizie, quelle dei Chinchorro non erano riservate a élite o regnanti, ma coinvolgevano individui di tutte le fasce della società, inclusi bambini e neonati. Mentre gli antichi egizi svilupparono tecniche standardizzate, i Chinchorro adottarono un approccio più flessibile, che si adattava alle esigenze e alle risorse disponibili in un ambiente desertico.


Le mummie dei Chinchorro mostrano una varietà di stili e tecniche che vanno dalla mummificazione completa del corpo alla conservazione solo delle teste e delle mascelle. Alcuni corpi sono stati avvolti in strati di pelli di animali e fibre vegetali, mentre altri sono stati modellati con argilla e gesso creando una maschera facciale che preservasse l’aspetto del defunto. Il metodo usato era molto semplice: il corpo veniva privato della pelle, dei tessuti muscolari e degli organi interni, incluso il cervello. Successivamente veniva modellato con fango e ricoperto di pelle. La parafernalia comprendeva una maschera, che riproduceva fedelmente la bocca e le fosse nasali, oltre a ricostruire gli organi sessuali. La mummia, una volta completata, aveva una parrucca realizzata con capelli umani. Esistevano tre tipi di mummificazione a seconda dei diversi periodi storici.

Mummie nere – Queste furono realizzate tra il 5050 e il 3000 a.C. I preparatori rimuovevano il cervello e gli organi del defunto, ricostruivano il corpo con argilla grigia e fibra naturale, poi riempivano il cranio con paglia o cenere e utilizzavano canne per cucire e riattaccare la pelle che univa la mandibola al cranio. La colonna vertebrale veniva mantenuta dritta e attaccata alla testa con un palo. Successivamente, la pelle veniva restaurata, talvolta utilizzando quella del leone marino o di altri animali. La testa era adornata con una maschera facciale e una parrucca di capelli umani corti e neri.
Mummie rosse – Queste mummie furono create tra il 2500 e il 2000 a.C. Venivano praticate incisioni nello stomaco, nelle spalle e nelle caviglie per rimuovere gli organi e la muscolatura. Immediatamente dopo, le cavità venivano asciugate e rinforzate con supporti longitudinali per mantenere la forma del corpo. Le cavità venivano riempite con terra, piume e argilla. La testa era decorata con una parrucca lunga e nera, mentre tutto il corpo, tranne il viso, veniva dipinto con ossido ferrico.
Mummie bendate – Questo tipo di mummie, realizzate a partire dal 2000 a.C., rappresenta una variante delle mummie rosse: la differenza sta nel fatto che la pelle veniva disposta sotto forma di bendaggi. In alcuni casi, gli imbalsamatori utilizzavano fibra vegetale per tutto il corpo del defunto. Una delle caratteristiche più sorprendenti di queste mummie è la loro straordinaria longevità. Alcune di esse sono sopravvissute per millenni, conservate dalla combinazione unica di condizioni climatiche aride e dalle tecniche di mummificazione. Queste mummie ci offrono una finestra senza precedenti sul passato, consentendoci di esplorare le culture e le pratiche funerarie di un popolo antico. Tuttavia, nonostante la meraviglia di queste mummie, rimangono ancora molti misteri da risolvere. Gli studiosi continuano a interrogarsi sulle motivazioni e le credenze dietro questa pratica così elaborata e diversificata. Alcuni teorizzano che la mummificazione potesse servire scopi religiosi o culturali, mentre altri suggeriscono che potesse essere legata a pratiche di commemorazione o venerazione dei defunti. Inoltre, le recenti scoperte e le moderne tecnologie stanno offrendo nuove opportunità per esplorare e comprendere meglio le mummie dei Chinchorro. Analisi del DNA, studi isotopici e tomografia computerizzata stanno svelando nuovi dettagli sulla vita e sulla morte di questi antichi individui, aprendo nuove prospettive sulla loro storia e sulla loro cultura.

Il mistero delle origini dei Chinchorro.
Le origini della civiltà Chinchorro rimangono avvolte nel mistero, poiché le prove archeologiche disponibili offrono solo una visione parziale del loro passato. Tuttavia, gli studiosi ipotizzano che i Chinchorro fossero tra i primi popoli a insediarsi lungo le coste del Pacifico meridionale, sviluppando una cultura unica e distintiva che li ha contraddistinti nel panorama delle antiche civiltà sudamericane. Una delle caratteristiche più sorprendenti era la presenza frequente di capelli rossi tra le loro mummie. Questa caratteristica insolita è stata oggetto di speculazioni e dibattiti tra gli studiosi, che cercano di comprendere l’origine e il significato di questo tratto distintivo. Alcuni ipotizzano che la presenza di capelli rossi potrebbe dipendere da un ceppo genetico europeo della popolazione Chinchorro, ma gli accademici contestano questa visione, suggerendo possa trattarsi di una colorazione artificiale o del cambiamento naturale dovuto alla diminuzione del livello di eumelanina nei capelli, che da neri diventerebbero rossi con il passare del tempo. Le mummie dei Chinchorro ci offrono un’opportunità straordinaria di esplorare la vita e le credenze di questa antica civiltà. Oltre alle loro caratteristiche fisiche, forniscono indizi preziosi sulla dieta, lo stile di vita e persino sulle malattie che affliggevano questa antica civiltà. Attraverso analisi scientifiche avanzate, gli studiosi stanno cercando di svelare i segreti nascosti nelle mummie, aprendo nuove finestre sulla storia e su questa cultura del passato.
Nonostante i misteri e le incertezze che circondano la civiltà Chinchorro, la loro eredità continua a ispirare e affascinare gli studiosi e gli appassionati di storia. Attraverso lo studio delle loro mummie e dei loro manufatti, possiamo gettare una luce nuova e penetrante sulle vite di queste antiche persone e sulle complesse società che hanno creato lungo le coste del Pacifico meridionale.

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